NORMA UNI9795 IMPIANTI RIVELAZIONE INCENDIO

In vigore dallo scorso dicembre, la sesta edizione della norma UNI9795:2021 “prescrive i criteri per la progettazione, l’installazione e l’esercizio dei sistemi fissi automatici di rivelazione e di segnalazione allarme d’incendio”.

Il nuovo testo contiene molte novità, come si evince anche dal numero di pagine che la compongono, passate da 49 (edizione ottobre 2013) a 113 nella nuova versione.

Sono molti e significativi gli aggiornamenti introdotti, necessari in considerazione del rapido sviluppo della tecnologia e della normazione in questo ambito.

Da un punto di vista sistemistico, è stato inserito il nuovo schema della norma UNI EN54-1: nel blocco “Funzione di Comando per Segnalazioni” la centrale di rivelazione incendio viene posta allo stesso livello della centrale di evacuazione EVAC, seppur le funzioni di comando siano differenti.

Nuovi aspetti relativi alla progettazione riguardano le aree di sorveglianza tenute sotto controllo dal sistema di rivelazione. In alcuni casi specifici, gli spazi nascosti (controsoffitti e sottopavimenti) possono essere privi di protezione qualora presentino determinate caratteristiche costruttive e contengano al loro interno solo cavi per sistemi di emergenza. Evidenziamo, per questi spazi, la modifica dell’altezza di riferimento – passata da 1mt a 1,5mt – conformata così alle indicazioni presenti in altri paesi UE.

Il paragrafo dedicato ai rivelatori puntiformi di calore ha visto l’inserimento di nuove tabelle con la classificazione dei sensori e la loro distribuzione sulla base dell’altezza del locale. Per alcune classi di rivelatori, l’applicazione è prevista solo per la protezione ad oggetto (es. quelli che presentano una temperatura di intervento elevata).

Antincendio. Nuova norma UNI sui rivelatori di fumo

Interessanti altresì le figure presenti nel paragrafo relativo ai rivelatori puntiformi di fumo, con esempi per i soffitti inclinati e “a shed”. In questo paragrafo troviamo inoltre i parametri necessari per la protezione in caso siano presenti velette nei locali e indicazioni relative ai controsoffitti grigliati.

Altri miglioramenti riguardano i rivelatori lineari di fumo, dove sono ora disponibili maggiori informazioni e immagini di esempio per il posizionamento dei dispositivi nelle diverse conformazioni dei soffitti (piani, inclinati, a shed, a cupola ecc.).

Un lavoro più complesso ha interessato i rivelatori di calore di tipo lineare (volgarmente definiti “cavi termosensibili”) per i quali sono state meglio definite le tecnologie e aggiunte le tabelle con i criteri di scelta in funzione della classe/temperatura e dell’altezza del locale protetto. Anche qui troviamo una nuova figura sulla copertura e sul posizionamento di questa tipologia di rivelatori.

Particolarmente rilevante è stato l’inserimento nella norma dei due rapporti tecnici pubblicati in precedenza, UNI/TR 11694:2017, relativo ai rivelatori di fumo ad aspirazione (ASD), e UNI/TR 11607:2015, relativo ai dispositivi di segnalazione ottica/acustica.

Nelle considerazioni generali sul dimensionamento dei rivelatori di fumo ad aspirazione (ASD), viene chiarito il termine di zona di protezione (non si contempla il guasto ventola o CPU o alimentazione), pertanto per ogni zona di allarme si dovrà prevedere un rivelatore ASD che abbia queste caratteristiche. È stata aggiornata la tabella sulla classe di sensibilità del rivelatore e sull’altezza del locale da proteggere. Questo permette di utilizzare i rivelatori ASD in locali particolarmente alti – sino a 20mt – a patto che siano configurati in classe A e validati con prova reale di fumo. Sulla base di quanto già presente nell’ UNI/TR 11694, diverse figure sono state aggiunte fungendo da esempio per le applicazioni di questi sistemi (es. protezione all’interno di elementi sporgenti, protezione griglia di ripresa d’aria ecc.).

Come per quanto avvenuto per i rivelatori ASD, anche nella sezione relativa ai dispositivi locali di segnalazione ottica e acustica sono stati introdotti diversi aggiornamenti. Viene ad esempio ribadito il concetto di “dispositivo primario di segnalazione dell’allarme”, che deve essere definito dal progettista e può essere di tipo acustico, ottico VAD oppure ottico/acustico. In questo paragrafo sono state inserite una tabella di riferimento sul livello di rumore ambientale tipico e una tabella esaustiva su come l’illuminazione del locale possa migliorare o peggiorare la copertura luminosa di un dispositivo ottico VAD, cambiandone anche notevolmente le prestazioni dichiarate dal fabbricante.

Viene inoltre suggerito di conformare il tono acustico di allarme e preallarme alle indicazioni della norma UNI 11744. Qualora sia presente un sistema vocale EVAC, la norma prescrive che le segnalazioni acustiche debbano essere “silenziate” per non interferire negativamente sui parametri di intelligibilità richiesti per il sistema vocale di emergenza.

Come avvenuto per la versione del 2013, qualora la centrale non sia sotto costante controllo da parte del personale addetto, deve essere previsto un sistema di trasmissione verso un centro di ricezione degli allarmi. Questa connessione deve prevedere l’utilizzo di un dispositivo UNI EN54-21 interconnesso ad una stazione ricevente conforme alla UNI CEI EN50518.

Leggendo la norma si notano importanti novità che ne hanno permesso l’allineamento dei contenuti con quanto disponibile ed in essere in altri paesi. Il lavoro svolto dal Comitato Tecnico è stato complesso e articolato, rendendo possibile la pubblicazione di un testo ricco di informazioni e indispensabile per i professionisti di oggi.


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