Arrivata alla terza edizione, la norma – pubblicata il 5 Settembre 2019 dal titolo Controllo iniziale e manutenzione dei sistemi di rivelazione incendi – aggiorna le procedure per il controllo iniziale, la sorveglianza, il controllo periodico, la manutenzione e la verifica generale dei sistemi di rivelazione incendio.
Trovando applicazione sia negli impianti di nuova realizzazione sia negli impianti già in essere, le indicazioni contenute nella nuova norma risultano indispensabili agli addetti del settore che operano con i sistemi di rivelazione incendi ed altrettanto fondamentali per le figure preposte presso agli utilizzatori. Leggendo la norma si colgono molte importanti novità e aggiornamenti rispetto la precedente edizione. Possiamo citare le nuove modalità di prova dei dispositivi di segnalazione dell’allarme che prescrivono la verifica di alcuni punti ai quali bisogna porre particolare attenzione.
Mettiamo in evidenza la necessità di controllare l’uniformità del tono del suono acustico, la sincronizzazione tra gli avvisatori nella stessa area e l’omogeneità del colore del flash ottico avendo cura che queste segnalazioni non possano essere confuse con altre presenti nell’area protetta. Le prove vanno inoltre eseguite tenendo in considerazione le condizioni operative del sito, ad esempio in presenza della massima rumorosità.
Per quanto concerne i rivelatori di fumo ad aspirazione (ASD), vengono introdotte indicazioni sulle verifiche da svolgere sia dal punto di vista funzionale sia dal punto di vista documentale. Evidenziamo che, essendo il rivelatore di fumo ad aspirazione un dispositivo sensibile al fumo dotato di ventola aspirante e di una rete di tubi di campionamento, le procedure di verifica per questa tipologia di sistemi necessità di controlli specifici, eseguiti secondo metodi ed indicazioni che possono aiutare anche la risoluzione di possibili anomalie.
Ad esempio il controllo del tempo di trasporto all’ultimo foro che impiega il sistema ASD, confrontato con i dati presenti sui documenti di progetto (calcolo flussometrico) e dalle precedenti verifiche, stabiliscono come sta “lavorando” il rivelatore e se degli interventi ulteriori si dovessero rendere necessari per il suo corretto funzionamento.
Modifica del numero di punti da controllare e della periodicità per la verifica generale del sistema.
Un altro aspetto molto importante riguarda la modifica del numero di punti da controllare e della periodicità per la verifica generale del sistema con l’introduzione del concetto di anzianità dell’impianto. Se per i sistemi di rivelazione incendio di tipo convenzionale il numero di dispositivi da controllare rimane il 100% ad ogni visita, per i sistemi di tipo indirizzato il numero di punti da testare dipende dall’anzianità dell’impianto. L’anzianità dell’impianto viene definita dalla UN I11224:2019 come il tempo in anni trascorso dalla sua ultima verifica generale oppure dalla data di consegna formale dell’impianto ovvero, per impianti realizzati a partire dal 2008, dalla data presente sulla dichiarazione di conformità rilasciata dall’azienda installatrice. Alla pubblicazione della norma, gli impianti che presentano anzianità maggiore vengono considerati con anzianità pari a 12 anni.
A partire del tredicesimo anno di anzianità dell’impianto, il sistema di rivelazione incendio deve essere sottoposto ai controlli indicati per la verifica generale sia esso di tipo convenzionale sia esso indirizzato. La verifica deve iniziare dall’accertamento della disponibilità di parti di ricambio identiche o compatibili (in caso di indisponibilità delle parti di ricambio l’impianto deve essere considerato non più assoggettabile a manutenzione dal momento in cui uno degli elementi risultasse non funzionante) e della invariabilità dell’impianto (assenza di cambianti o modifiche sostanziali).
La verifica generale del sistema prevede inoltre che tutti i rivelatori automatici di fumo (puntiformi, lineari e ad aspirazione) e di fiamma – sia indirizzati che convenzionali – siano sottoposti entro 6 anni ad una delle seguenti procedure:
• revisione in fabbrica (se resa possibile dal costruttore)
• sostituzione con nuovi rivelatori compatibili
• sottoposti a prova reale secondo le indicazioni riportate nella UNI9795 e nella UNI/TR11964
L’ultima operazione (prova reale) – operativamente complessa ed onerosa – dovrà dimostrare che il dispositivo oggetto della prova non abbia un ritardo nella risposta alla generazione di un allarme superiore al 20% rispetto ad un dispositivo nuovo. Nel caso di esito negativo per più del 20% dei dispositivi testati si dovrà procedere alla revisione (ove possibile) o sostituzione.
Il manutentore – che ha in carico l’impianto – dovrà tenere in considerazione di ultimare la sostituzione di tutti i sensori entro un ciclo di 6 anni dall’inizio della fase di verifica generale. La norma in questo caso parla di logica del sesto indicando di procedere almeno con un sesto dei punti ogni anno. I punti che non vengono sottoposti a questa attività dovranno essere controllati tutti (100%) ogni anno.
Altre novità introdotta dalla UNI 11224:2019 è la figura del TECNICO MANUTENTORE e la sostituzione della figura del tecnico qualificato, presente nella precedente edizione, con la figura di persona competente. Il tecnico manutentore viene definito come “Persona competente e qualificata che porta a termine i propri compiti in modo affidabile, si assume le responsabilità per la finalizzazione degli stessi e adatta i propri comportamenti alle circostanze nel risolvere i problemi. Le attestazioni di partecipazione a corsi, attività formative e/o esercitazioni effettuate continuativamente presso associazioni, enti o aziende di settore contribuiscono a qualificare il personale”.
In ultimo ma non meno importante, vogliamo porre particolare attenzione alla manualistica relativa alla centrale e alle apparecchiature installate che è stata sostituita dal Manuale d’Uso e Manutenzione dell’Impianto predisposto dalla ditta installatrice, recependo quanto introdotto dal DM 20 dicembre 2012. Il manuale dell’impianto non dovrà essere limitato ad una raccolta dei manuali di prodotto, anch’essi comunque necessari, ma dovrà essere un documento, redato dall’azienda installatrice, che definisce le istruzioni necessarie per la corretta gestione dell’impianto e per il mantenimento in efficienza dei suoi componenti. Esso dovrà inoltre contenere lo schema funzionale e particolareggiato del sistema, con tabelle causa/effetto che permettano la comprensione delle logiche di funzionamento del sistema di rivelazione incendio. Risulta evidente l’importanza di questo documento sia per l’utilizzatore finale sia che per le aziende che possono susseguirsi negli anni nello svolgimento dei controlli sull’impianto. Prima di operare su un sistema di rivelazione è necessario verificare che anche questo documento sia disponibile.